EDUCARE ALLA STRANEZZA
di Ida Barbalinardo
foto Alice Stella
Un inno alla stranezza, alla diversità e alla provocazione: "Sculptures" di Ivo Dimchev è proprio questo. O, almeno, sembra esserlo. Un mix di performing art, danza, teatro, musica, disegni e fotografia. Un concerto coreografico che sovverte qualsiasi aspettativa. Una performance, che pur contenendo al suo interno componenti e influenze disparate, riesce a risultare semplice, per niente caotica.
L’amore raccontato nello spettacolo, non ostacola in nessun modo l'incisività dei vari momenti che lo costituiscono. Al contrario, probabilmente è proprio questa peculiarità a renderlo efficace in ogni sua piccola manifestazione. Accompagnato da un gruppo di quattro danzatori che gradualmente si fanno spazio intorno a lui, infatti, attraverso il corpo e la voce surreale, Dimchev dà vita sul palco a un'atmosfera onirica ma carnale e seducente.
Tutto ciò che avviene in scena sa di indefinito, ogni movimento appare sfuggente, il significato di ogni azione sembra intangibile. Tutto contribuisce a rivelare l'intenzione dell'artista di non rientrare in categorie prestabilite, di non porsi delle limitazioni e soprattutto di provocare. Alla base del suo linguaggio espressivo vi è, difatti, la provocazione, che sul palco si concretizza attraverso l'ambiguità della danza dei corpi. I performer in scena e lo stesso Ivo, manipolano la musica, incarnandola e interpretandola attraverso quella che viene definita un' "unpretentious coreography".
I suoni prodotti sono strutture tridimensionali, "sculture", in coerenza con il titolo del concerto e del nuovo album che in esso viene presentato. E alla stregua di sculture si comportano, di conseguenza, anche i corpi: inglobano e assimilano il ritmo musicale richiamando alla mente il mondo della fotografia. Scatti in movimento di una sezione di realtà possibile.
In un'alternanza sistematica di introduzioni ironiche ai vari brani, canto, momenti leggeri alternati a momenti più profondi e introspettivi, si realizza la provocazione. Ivo Dimchev, chiacchierato concorrente di X-Factor UK 2018, ama muoversi sul filo dell'ambiguità e dell'equivoco. Più un'immagine è ambigua, più racconta il suo immaginario, più è in grado di suscitare emozioni diverse in chi lo guarda.
"Sculptures" non intende assolutamente essere uno spettacolo compiacente e accomodante; anzi, invita il pubblico a considerare porzioni di immaginario differenti da quelle usuali, già percorse. La reazione è spiazzante: dopo una prima sensazione di smarrimento, lo spettatore si ambienta progressivamente nel mondo costruito da Ivo, tanto da non stranirsi o scandalizzarsi neanche dinanzi a immagini con lampanti allusioni sessuali. Anzi, sta al "gioco" e scavando nella propria interiorità, dà un senso e un significato personale a tutto ciò che vede. Mentre Ivo canta e intorno a lui si simulano rapporti orali e amplessi con relativi orgasmi, appare chiaro, senza irridere l'ambiguità dell'immagine, come quei corpi si stiano unendo alla musica, accompagnandola.
"Sculptures" sembra più di tutto, un espediente per educare l'altro alla stranezza e al fascino che essa spesso nasconde; un mezzo per rivendicare la bellezza della diversità, in un mondo abituato a storcere costantemente il naso di fronte a ciò che non conosce.
E allora, tutti in scena con rossetto, smalto rosso e un bacio collettivo finale e passionale, che non conosce differenze di genere.
postato da Koreja il mar 03 dicembre 2024 alle 17:47 - Commenti(0)
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