KOREJA, RITRATTO DI UN TEATRO DEL SUD

Il progetto artistico di Koreja è fatto di "opere" di "azioni" e di "storie" (piccole o grandi che si voglia) che partono da lontano e soprattutto dall'esigenza profonda di costruire nel nostro amato/odiato Sud una "residenza del teatro e della cultura" aperta alle innovazioni, al confronto fra le diverse generazioni, un caleidoscopio di arti generi e pratiche dove alle nostre radici abbiamo sempre dato la stessa attenzione e importanza delle radici e delle lingue degli altri, in un rapporto di reciproco rispetto.
Evitando soggezioni millenarie ma anche stupidi orgogli provincialistici, con tanta voglia di conoscere e sperimentare nuove direzioni, linguaggi e poetiche.
Un progetto ad ampio raggio che vive dentro e fuori i Cantieri Teatrali in un continuo viaggio di andata e ritorno.
Opere, azioni e storie vuol dire produzione di spettacoli teatrali che nascono all'interno dei Cantieri e che si misurano con il pubblico più ampio (ragazzi, giovani e adulti) in occasione delle tournée, vuol dire ospitalità di compagnie ed artisti, incontri culturali, mostre, installazioni, prove aperte che da qualche anno raccogliamo all'interno di Strade Maestre, vuol dire attività di formazione teatrale rivolta soprattutto ai giovani ed ai soggetti svantaggiati, vuol dire infine un dialogo permanentemente aperto con il pubblico e con le istituzioni.

"Aradeo è uno dei 99 comuni ai confini dell'impero.
Nel salento.
Quel lembo di terra che affonda nello Jonio e a scuola t'insegnano a riconoscere come tacco d'Italia.
Aradeo non ha un teatro, ma nei comuni attorno ce ne sono molti ormai abbandonati dagli anni.
Per fare i bagni in venti minuti arrivi a Gallipoli.
A Gallipoli c'è il mare e c'è anche il teatro.
Chiuso.
Il 17 maggio del '91 al neoeletto assessore alla cultura venne l'irrefrenabile desiderio di riaprire quello spazio dimenticato dal tempo e invitò glisperti per l'adeguamento alle vigenti norme di sicurezza.
L'appuntamento era per le 11.00,ma il tempo al sud scivola facile e così alle 12.45 finalmente le cesoie tagliarono il catenaccio.
Le chiavi nessuno più sapeva dov'erano.
Quando il pesante portone si aprì un rapido raggio di sole illuminò la tavola imbandita e fumante.
"Volete favorire? Prego!"
Disse il capofamiglia. E tra un bicchiere e l'altro raccontò che il "basso" in cui vivevano da sempre, appoggiato alla parete del teatro, aveva naturalmente sconfinato sul palcoscenico.
Perchè mancava la camera da pranzo.
Il teatro di Gallipoli è ancora chiuso ma c'è una famiglia che da sempre, all'ora di pranzo, comincia a recitare..."