da un’idea di e con Gemma Carbone
scritto da Gemma Carbone, Giancarlo De Cataldo,
Giulia Maria Falzea, Riccardo Festa
assistenti alla regia Giulia Maria Falzea e Riccardo Festa
musiche di Harriet Ohlsson
costumi di Marika Hansson
luci e scene di Gemma e Carlo Carbone
consulenza artistica di Salvatore Tramacere
cura tecnica Alessandro Cardinale
ricerca attoriale in collaborazione con Marco Sgrosso
con il supporto di Konstnärsnämnden, ABF, Teatro Dimora Arboreto, Armunia - Centro di residenza artistica Castiglioncello -
Festival Inequilibrio e Residenza IDRA
Coproduzione Naprawski (SE)
Organizzazione e tournée Laura Scorrano e Georgia Tramacere
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"E così la profezia è realizzata: viviamo in un mondo in cui la suprema funzione del segno è quella di far scomparire la realtà e di mascherare al contempo questa scomparsa. Questa è la storia di un delitto: l'uccisione della realtà. E dello sterminio di una illusione: l'illusione vitale, l'illusione radicale del mondo." Jean Baudrillard
Questo monologo è un giallo. C'è una poliziotta sola e testarda, una vittima, un assassino, una vedova, complotti politici, caffè freddo, sangue freddo e tante, tante, troppe, betulle. Ma sopra ogni cosa, c'è un mistero da risolvere.
GUL significa giallo in svedese. Questa storia coniuga due elementi, benché a prima vista distanti, mutuamente pertinenti: il primo è il genere, il giallo, appunto; il secondo è uno degli eventi più traumatici della storia contemporanea europea: l'omicidio del premier svedese Olof Palme. Nel 1986, l'omicidio di Olof Palme ha segnato la storia politica mondiale. Oggi quello che ci rimane della sua vita non è altro che una storia densa di intrighi e interessi politici, un lutto nazionale, un assassino mai arrestato. Un cold case perfetto, un dimenticato giallo svedese. Segreti, social-democrazia e sangue.
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