Non si può morire per qualche chilo di troppo
Beatrice era una studentessa liceale di 15 anni. Studiava musica e aveva una bella voce, per questo voleva diventare una cantante lirica. Aveva entusiasmo per l’arte musicale e credeva al teatro, ma i suoi compagni la prendevano in giro; era introversa e non chiedeva aiuto. Aveva dei chili di troppo e sentiva in pericolo la bellezza del suo corpo perciò ha deciso di togliersi la vita, gettandosi sotto un treno nella stazione di Porta Susa a Torino.
Siamo nel pieno di una grande trasformazione sociale, senza precedenti è una vera rivoluzione. Le nuove generazioni scambiano più parole e pensieri con il cellulare o attraverso internet superando la discussione personale, preferendo quella digitale. L’apprendere ad essere adulti per loro si realizza sempre più in questa comunicazione tecnologica con coetanei ben disposti ad imparare. L’apprendimento formativo del preadolescente digitale non è più quello verticale, ma orizzontale con la scomparsa della figura patriarcale e l’indebolimento del modello familiare mediterraneo. Gli adolescenti non hanno semplicemente comprato gli smartphone, ma sono stati educati alla vita legata alle tecnologie digitali. Genitori e figli sono cresciuti insieme nella comunicazione elettronica. I ragazzi sono sempre più soli, più deboli, più esposti alle leggi del mercato della creatività delle arti figurative in particolare le adolescenti. Per i ragazzi la creatività non è più una misura, una felice scoperta della propria crescita culturale ma un forte bisogno di diventare quel modello perfetto che si impone nello schermo del telefonino. È un’immagine costruita, vuota del corpo senza pensiero, assente dal mondo delle emozioni. È stata questa la “stanza” di Beatrice dove la giovane ragazza non ha saputo resistere a percepire il proprio corpo di avere qualche chilo di troppo sentendo in pericolo la propria bellezza.
L’arte deve combattere le leggi del mercato e deve diventare sempre più educazione alla scoperta della creatività come valore personale. Il teatro invece deve essere sempre più scuola di vita, mai vetrina di bellezza.
Koreja resiste e lotta contro questo modello per essere sempre più scuola di crescita promozione di relazione sociale.
Gigi Mangia
postato da Koreja il gio 14 novembre 2024 alle 02:25 - Commenti(0)
scrivi un commento
|