BUCHI NERI NELLA STORA
Di Gigi Mangia
Nelle profondità del mare, a 6 miglia dalle coste di Lampedusa, lo scandaglio ci ha fatto vedere i morti del barchino naufragato il 7 Ottobre. Fra quei morti abbiamo visto quello di una mamma stretta al suo bambino. Nel mare ci sono morti che non abbiamo visto, perché non sono stati individuati dallo scandaglio, sono i morti dispersi. Noi non vogliamo vedere, preferiamo girare lo sguardo dall’altra parte. Bisogna reagire, noi di Koreja lo facciamo seguendo l’insegnamento di Alessandro Leogrande. Parlare e vedere vuole dire resistere e quindi non rinunciare a gridare parole di sdegno contro l’Europa e i Paesi dell’Uniione Africana, i quali sono colpevolmente incapaci di non riuscire a fare accordi per offrire corridoi umanitari ai disperati in fuga, dalle guerre dalle violenze dai tiranni e dalla fame evitando loro di morire nel mare nelle mani avvolte nei trafficanti di essere umanai. I morti annegati in fondo al mare perdono il loro nome e senza avere sepoltura sono il nulla, sono i buchi neri della storia. I morti annegati sono fuori dal dolore, lontani dalla pietà ed è l’indifferenza quella che cancella la vita dello straniero che trova le porte chiuse a causa della paura di loro nelle nostre città.
postato da Koreja il gio 14 novembre 2024 alle 01:06 - Commenti(0)
scrivi un commento
|