Quindici semplici donne anziane danzano e...
di Gigi Mangia
Nel mese di luglio, a Palazzo Grassi di Aradeo (LE), quindici semplici donne anziane, sotto la guida di Giulio De Leo, coreografo dell’evento "LIRICA_Aradeo", si sono esibite in uno spettacolo di danza contemporanea, una danza praticata da non professionisti, ma non per questo con un linguaggio inferiore. È, anzi, il teatro che piace a Koreja, che si prende cura delle periferie e racconta i volti e i luoghi dei piccoli borghi. Quindi è un teatro vero perché le donne anziane hanno caricato di molti significati i loro corpi, di sentimenti, di valori, di tradizioni, di ricchezze femminili. In scena hanno saputo essere felice creatività di armonia e di linguaggi e sono state capaci di disegnare lo spazio scenico arricchendolo di significati: il loro corpo infatti si è affermato in valore politico.
La danza delle semplici donne anziane è, e vuole essere, una sfida al declino del tempo della donna percepita come vecchia. È una femminilità la loro non solo di sfida ai tempi della vita, ma anche di liberazione della bellezza delle donne dallo specchio tiranno, per scoprire che anche le rughe sono bellezza. Il corpo è forza che affascina, disegna il tempo e attraverso il sole, umido di scirocco, esprime il profumo del suo erotismo bello e popolare. Le grandi sfide sono quelle vinte dalle semplici donne. Giulio De Leo, nel raccontare la sua esperienza, ci dice: «le signore che ho incontrato durante questo lavoro avevano già fatto proprio un processo di sviluppo che Koreja aveva proposto loro, erano già pronte ad accogliere la mia poetica, pronte ad entrare in empatia con me e con il pubblico, quindi la loro performance è stata un momento di arte vera, umano e molto coinvolgente. LIRICA_Aradeo non è stata solo una performance, ma un vero e proprio percorso di creazione coreografica rivolto a danzatrici non professioniste over 65.
La mia attenzione al corpo degli amatori nasce dalla convinzione profonda che l’arte sia innanzitutto pratica di esperienza e viaggio di apprendistato verso l’osservazione e l’ascolto. Soprattutto nell’incontro con gli amatori la danza può farsi archeologia del gesto, scavo nella memoria gestuale individuale e collettiva, ponte tra passato rituale e orizzonte contemporaneo. La mappatura delle modalità più o meno stratificate con cui la comunità vive ancora oggi la corporeità e l'architettura del luogo che ci ha accolto sono state le due coordinate principali che hanno guidato il percorso.»
De Leo, che ha firmato il progetto e guidato le protagoniste di quest'evento nella loro esibizione, dal 2008 è il direttore artistico della Compagnia Menhir. Il Teatro dei Luoghi è fatto di sfide, di sperimentazioni, di percorsi nei paesaggi socio-culturali della resilienza, dei valori delle comunità. I palazzi, i monumenti hanno vita, sono come i corpi. Bisogna sentire per loro un forte sentimento di identità e tanta voglia di curiosità. Altrimenti nasce la tristezza e così comincia la sfiducia, e poi nasce il tempo del declino. Semplici anziane donne danzano e superano il declino: il Teatro dei Luoghi lievita il cambiamento e fa rinascere i luoghi storici dei borghi più belli d’Italia.
Chi è Gigi Mangia
Dal 2015 è responsabile della Biblioteca dell’Istituto per ciechi Anna Antonacci che custodisce un patrimonio costituito da libri in braille delle opere liriche e sinfoniche. Fa parte dello staff della rassegna Cinema del Reale che si svolge nel comune di Specchia (Le) e partecipa al direttivo del Locomotive Jazz Festival in cui cura la musica nel sociale, è presidente dell' Associazione "Boy’s sport arte e cultura" e dal 2016 è collaboratore dei Cantieri Teatrali Koreja.
postato da Koreja il gio 21 novembre 2024 alle 17:20 - Commenti(0)
scrivi un commento
|