L’abito della festa: Feste sacre, processioni e bande
di Gigi Mangia
Nella nostra contemporaneità c’è ancora una magia, una forza sacra, che continua ed interviene nella nostra storia quotidiana rinnovando il fascino subito dalla fede fiduciosa nella mano del divino nel nostro destino. Nel Salento la storia non ha interrotto il suo divenire lineare verso i valori cristiani nel tempo, perciò il sacro, è ancora vita di partecipazione popolare. È una forma di passività popolare che riceve e si fa attraversare dai riti che rinnovano il tempo senza rompere il rapporto tra sacro e profano. Sono i riti, le processioni e le bande che declinano la fede dei
luoghi, conservando i costumi sociali. Nel 2018 Koreja ha rappresentato questo specchio di geografie delle tradizioni sacre proponendo ad Aradeo “Il Santolivo”. È stato un rito sacro di partecipazione popolare senza simboli sacri senza perdere la passione della fede rappresentata nell’ulivo quale simbolo di cristianità e di alleanza nel credere in Cristo Liberatore. Il teatro Koreja, diretto da S. Tramacere, continua la sua ricerca approfondendo la conoscenza delle radici ancora vive dell’identità salentina che hanno superato la prova del tempo restando memoria viva: festa di popolo! La ricerca di Koreja tiene vivo un importante problema di studio nella storia. Nell’occidente cristiano, quindi nella storia, l’uomo ha sempre avuto un ruolo attivo: “homo faber fortunae suae” era il credo dell’uomo moderno. Nell’esperienza delle feste sacre: riti, bande e processioni sembrano resistere ad una passività minoritaria che non si sottrae alla magia del sacro, anzi la vive nell’entusiasmo popolare.
“L’abito della festa”, l’ultimo lavoro di Koreja realizzato con Pugliarmonica e Marianolight vuole essere una pagina teatrale che documenta questa forma di passività minoritaria, testimoniando la forza del pensiero mediterraneo. I riti sacri infatti riguardano i pastori i contadini e i pescatori.
postato da Koreja il mer 11 dicembre 2024 alle 22:11 - Commenti(0)
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