Ricordare Alessandro Leogrande
di Gigi Mangia
Per ricordare Alessandro Leogrande bisogna partire dal sud, dalla sua Taranto, dalla città dell’acciaio e della coltivazione di cozze del Mar Piccolo, dove egli da giovane, ma maturo per intelligenza di osservazione dei comportamenti e dei movimenti demografici, ogni giorno guardava l’alba e il tramonto malati dell’inquinamento e nel palato sentiva il sapore amaro delle polveri di ferro sotto i denti. Leogrande aveva gli occhi e le orecchie attente a vedere e a sentire le lotte nel mondo attraverso il suo pensiero proiettato verso gli orizzonti sociali senza barriere: per lui i diritti della persona sono senza confini. Con Alessandro Leogrande lo sguardo sul diritto supera quello dell’Illuminismo: non è il cittadino ad essere titolare dei diritti concessogli dallo Stato sovrano, ma è la persona nella sua universalità, ad essere titolare dei diritti così come vuole la Dichiarazione Universale del 1948.
Il pensiero di Alessandro Leogrande ci aiuta, ci serve, ci guida a superare le crisi minacciose dei nuovi sovranismi, ad evitare di subire la falsa e retorica paura dell’invasione degli stranieri e a superare le ruspe del governo. La voce di Alessandro Leogrande non è morta, è viva! E continua ancora a riempire il nostro tempo: ascoltiamola e leggiamo le sue pagine perché le sue parole siano i semi di un impegno crescente e inarrestabile. Quello che lui avrebbe voluto.
postato da Koreja il gio 21 novembre 2024 alle 13:28 - Commenti(0)
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