NON GUARDARMI
di Gigi Mangia
E’ l’Amore umano quello del “Cantico dei Cantici” di Roberto Latini. Un amore terreno, ma allo stesso tempo, universale. Laico e salvifico. Con una narrazione libera dai complementi di luogo e di tempo, Latini entra su quel binario dell’esistenzialismo “sartriano” in cui l’Essere, per affermarsi, deve proclamare la morte del Non Essere: la fine dell’uomo divorato dalla crisi. La recitazione è un corpo a corpo con la parola, violenta ed energica, materica, carnale, eppure struggente e, al tempo stesso, dolcissima. Le parole escono dal corpo e, al corpo, ritornano potenti. Sono parole d’amore assoluto, che pungono come spilli, sono emozioni di dolore disperato. Sono poesia.
La bellezza diventa luce, cammino di una figura completa, che contiene il maschile e il femminile insieme. Una forza cieca, che è parola.
Non guardarmi.
Non guardarmi.
Non guardarmi.
Un martello. Un suono ritmato, quasi una musica che spezza, che manda in frantumi la propria condizione d’identità scomposta. L'amore è un fuoco che divora. Non guardarmi, non resisto. Nel tuo sguardo, io mi dissolvo. "Vi prego, non svegliate il mio amore che dorme".
E adesso, lasciate me, spettatore, nelle parole calde del silenzio dell’anima.
postato da Koreja il gio 21 novembre 2024 alle 13:47 - Commenti(0)
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