Le opere di Gabriele Mauro e Stefano Giuri dialogano con il territorio e gli spazi che le ospitano e provano a tracciare una mappa evocativa e simbolica. Un compito politico che opera un superamento dell'impresa concettuale. Piuttosto che una teoria o un pensiero, i due artisti vogliono sottolineare una vocazione intesa come oggetto sociale da scomporre in elementi nei quali è possibile inserire una componente partecipativa di un luogo vivo. Un bisogno di costruire un sentire, un progetto. È il suono polifonico del dubbio, di chi si allontana per meglio ascoltare.
STEFANO GIURI Stefano Giuri vive e lavora a Firenze, dove si è laureato all'Accademia di Belle Arti. Nel suo lavoro analizza le connessioni e le relazioni tra i concetti di spazio pubblico e privato, tra memoria collettiva e individuale, per affrontare gli attuali problemi sociali legati ai luoghi in cui lavora. Comprende l'idea che in ogni singola memoria ci sono segni, tracce e schemi collegati a epoche, contesti storici e culturali. Nella sua pratica artistica i suoi interessi si trovano in settori come la performance e la scultura.
GABRIELE MAURO Gabriele Mauro, Aradeo, 1991. Vive e lavora a Firenze. Sviluppa le sue ricerche intorno al concetto di arte e dei luoghi comuni della società di cui effettua un'analisi semplice e spietata. Il tessuto sociale di una città, lo porta a riflettere sul ruolo dell'artista e sul senso dell'arte contemporanea, per cercare nuovi dispositivi di comunicazione. La sua produzione artistica ha come filo conduttore: la riflessione sui modi di ricezione nei nostri giorni; sull'arte come costruzione di forme e di discorso sul valore dell'autenticità, sull'immagine come un insieme di rapporti temporali. Ed infine l'immaginazione come una via di fuga ma anche luogo di ritorno, sulla forza espressiva intrinseca che hanno le immagini nella società, per uno sguardo volto alla sensibilità visiva ed alla consapevolezza critica.
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