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Direzione del Laboratorio e regia di Carlo Durante in collaborazione con Anna Chiara Ingrosso e Fabio Zullino
con: Lian Cavalera, Lidia Chiappalone, Arianna Dell'Anna, Valeria De Notaris, Giulia Maria Falzea, Isabella Hekkelman, Davide Lisi, Andrea Listorti, Leandro Loiacono, Valentina Miceli, Federica Sciuscio, Sabrina Vergari, Carmen Tarantino
e con il piccolo Lorenzo nella parte di Bobik
Checov è stato il pre-testo di partenza di quest'anno. Lui stesso la descrisse come una commedia. Non è tuttavia facile, oggi, cogliere la comicità dei primi del novecento. In una Russia che si avvicina alla grande rivoluzione. In una Mosca dove gli equilibri sociali stanno per capovolgersi, dove le classi sociali alleate del regime, perdono vigore e velocemente sbiadiscono per lasciare spazio al colore della rivoluzione. Porzioni di testo prendono vita in uno spazio fatto da sedie, una sbarra da danza e un piccolo "Altare a Mosca". Le atmosfere sono grottesche. Il lavoro attorale va verso una forte fisicità, a volte sopra le righe. Corpi scomposti, deformati dalla loro stessa esistenza. Schiacciati dal peso della storia e immobilizzati dalla paura di ciò che sarà fra due o trecento anni. "A Mosca! Andare a Mosca!" la tensione verso l'irrisolto è stato il motore di questo lavoro. I partecipanti si sono interrogati per prima cosa su qual è la loro personale Mosca e poi hanno trovato una risposta nelle parole di Cechov. E' un percorso di ricerca, un treno che passa e lo si lascia andare, un'istantanea delle vite sempre simili a loro, tra tradimenti, innamoramenti e duelli a morte. E' una ricerca di comprensione delle debolezze umane: si decide di mostrale al pubblico con pudore. Chissà se qualcuno si ricorderà di loro ma intanto: "bisogna vivere".