Quando ero piccolo a casa dei miei nonni l'unica musica erano le arie del melodramma, mio nonno non aveva studiato ma conosceva a memoria tutte le arie del melodramma. Da allora queste mi accompagnano ogni volta che incontro la tenerezza, la rabbia, l'amore. Misteriosamente affiorano alla memoria possenti voci di tenori, altissime note da soprano. Non so perché ma so che mi piace.
Uno spazio scenico, simile ad un Ring, ricoperto di stracci, (chi di noi non giocava sotto le lenzuola?, chi di noi non ha giocato con gli stracci?) E questi diventano tutto ciò che riusciamo ad immaginare, veli, palloni, guantoni, pance, bambole/marionette che giocano con gli attori, che si fanno carico dei sentimenti più forti, la tenerezza, il ricordo, l'elaborazione della perdita. Occorrono 30 metri di stoffa per confezionare una sola delle marionette fatte di stracci e che nascono dalle mani degli attori sotto la vista degli spettatori. Ci vuole un'ora per tentare di raccontare i sentimenti di due ragazzi che si incontrano, si conoscono, si scoprono, crescono insieme sino a quella misteriosa unione tra due vite, sino alle sue estreme conseguenze: la separazione e "la perdita". E' quanto occorre per poter raccontare il mistero dei legami , degli affetti. Gli attori sempre in scena (due donne ed un uomo), "giocano" sulla musica e sulle voci del melodramma, raccontando due storie parallele tra loro: quella di due ragazzi (un uomo ed una donna) e della parabola della loro vita, del loro incontro da fanciulli sino all'età adulta; e quella di spaurite marionette grandi come persone, fatte di stracci, spettatori della prima vicenda. Tutto lo spettacolo è avvolto da arie del melodramma, a sorreggere le atmosfere, le emozioni e persino i giochi, con la misteriosa magia con cui una voce lirica riesce sempre a coinvolgere chi l'ascolta.
Note di Regia Tentare di mettere insieme azioni teatrali senza parole con il melodramma e la narrazione di un arco di vita è stata una interessantissima scommessa. Abbiamo improvvisato, costruito distrutto un sacco di materiale, ascoltato tantissime arie del melodramma dalle più note alle più sconosciute, abbiamo dovuto attraversare insidiose incertezze (dove stiamo andando? Che senso ha ciò che stiamo facendo, costruendo?) per fortuna accompagnati sempre dalla solida struttura del melodramma. Lo spazio scenico rigorosamente geometrico e le scenografie rigorosissime nella loro semplicità sono state il terreno ideale per far dialogare il rigore del tempo musicale con l'agire degli attori. Attori che hanno dovuto incontrare e scoprire tecniche, maestrie, magie per abitare lo spazio scenico senza poter usare la parola, ma affidandosi solo al rigore del loro corpo, della loro disciplina. Come in tutti i giochi che si rispettino, solo giocando abbiamo capito dove e come stavamo andando, ed anche compreso il gioco nella sua espressione più alta (quello dei bambini, degli amanti, della vita).
età consigliata: dai 7 anni in su tecnica utilizzata: Teatro d'attore, Teatro danza, Teatro di figura (Bunraku)
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