Arrivederci a Skopje: lo hai messo in coda all'Opera Rom, ultima tua opera sull'ultimo tuo viaggio in Serbia a seguire il piccolo tour teatrale di un gruppo di giovani rom, ultimi nelle gerarchie sociali.
Per il prossimo settembre volevi appagare la tua curiosità spingendoti sino a Skopje, ultima frontiera dove far approdare il tuo genuino istinto nomade.
Avvertivamo lo stesso entusiasmo di venti anni fa quando insieme ad Angelo Guglielmi ti vedemmo apparire, felice come i bambini, nel cortile del castello Tre Masserie di Aradeo, ultima postazione teatrale del tacco d'Italia che proprio tu hai aiutato a far conoscere ed amare.
Senza aver mai preso l'aereo che odiavi, qui avevi la tua stanza preferita, il tuo mare preferito, il tuo ‘Scapricciatiello' di cozze e ricci, le tue corse mattutine tra la campagna e il mare, qui hai potuto incontrare tanti artisti in quella relazione particolare che a te piaceva e che fa essere il teatro una forma superiore di vita, qui conciliavi il nomadismo con le tue origini pugliesi, qui fioriva il tuo amore infinito per la vita libera.
Ci sentiamo onorati e fortunati di averti conosciuto.
Impagabile la tua generosità, la tua sincerità estrema e a volte per noi dolorosa, la tua simpaticissima distrazione-dimissione-dismissione, la tua volatile leggerezza e soprattutto l'infinita passione per un teatro fatto di esperienze ed emozioni.
Peccato che a Skopje non ci siamo arrivati. Ci siamo fermati un po' prima, appena un mese fa al Teatro Quarticciolo di Roma dove siamo arrivati insieme in macchina e non più in moto per vedere ‘Paladini di Francia'. Ti è sembrato un viaggio lungo in un quartiere a te sconosciuto. Ma ti abbiamo visto contento in mezzo a tanti ragazzi. Come sempre ogni volta che scoprivi un nuovo teatro. L'ultimo.