Il nuovo spettacolo della Compagnia "Teatro di Ateneo" è una riscrittura del testo LOLITA di Nabokov in chiave ironica, grottesca, onirica e tribunalesca. Humbert Humbert, il colpevole, nell'opera è sotto processo e deve confessare la sua colpa, il brivido che ha provato e l'attrazione fulminante di cui è affetto nei confronti di Lolita, fanciulla molto più giovane di lui. La confessione è uno spartito suddiviso in momenti molto diversitra loro all'interno dei quali i ricordi si mescolano a incubi, apparizioni deformanti, fantasmi sonori (tradotti in voci fuori campo). Piani temporali differenti si incarnano sulla scena attraverso l'uso abile del corpo e della voce degli attori. La passione di Humbert Humbert rivolta a Lolita fanciulla in carne e ossa, non è altro che la traduzione letteraria della passione e del desiderio che il russo Nabokov provò quando, abbandonata la sua terra e lingua madre, fu costretto a scrivere in inglese, infiammandosi e abandonandosi nella scoperta e nel dialogo con un nuovo codice linguistico. Questa passione giocosa, piena di doppi sensi, viene costantemente giudicata da un tribunale effettivo e mentale che prende corpo durante il monologo di Humbert. Il tribunale in realtà è il gioco della censura, del giudizio nei confronti di chi sperimenta la lingua, correndo il rischio di oltraggiarla, la scrittura e i propri desideri estremizzandoli a tal punto da provocare equivoci, come nel caso di Lolita. Lo stesso Humbert-Humbert vive un autogiudizio costante durante la confessione e il suo pensiero si sdoppia (tra presente e passato, tra giudizio e giustificazione) come d'altronde il suo stesso nome. Questo doppio prende in scena le sembianze di uno dei personaggi chiave, nell'aspetto del tutto simile a lui che assume la funzione di uno specchio, di un' ombra che lo segue e tormenta e nel cui riflesso egli è costretto costantemente a compiere un processo di autovalutazione che tesse durantel'intero corso della confessione. Il finale a sorpresa rende lo spettacolo, già pieno di colpi di scena, imprevedibile e acattivante. In chiave giocosa e poetica nell'intreccio del linguaggio di Nabokov con quello di Aldo Augieri nella riscrittura di questa opera, vengono affrontate tematiche forti considerate spesso ostili e ripugnanti. Questo è il primo spettacolo creato dalla Compagnia "Teato di Ateneo" dell'Università del Salento, di cui Aldo Augieri è Direttore Artistico, una compagnia universitaria giovane di un anno composta da studenti e professionisti.
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