Mercoledì 26 Marzo ore 18 presentazione presso Feltrinelli Librerie di Brescia con la partecipazione di Franco Ungaro e Paolo Cognetti (scrittore).
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Un po' autobiografia, un po' romanzo, un po' cronaca teatrale, un po' cronaca e storia locale, un po' satira politica e molto, molto altro ancora, il nuovo libro di Franco Ungaro ci sorprende per la la ricchezza degli argomenti e specialmente per lo sperimentalismo con cui frammenta il materiale narrativo, lo rimescola e lo aggrega con un piacevole disordine logico-temporale dentro una struttura aperta e mobile.
Un libro "liquido", una sorta di caleidoscopio o di labirinto narrativo che ha il suo filo d'Arianna nella fermezza e nella coerenza del punto di vista dell'autore, nella forte tensione morale che anima la sua vis di polemista brillante, nell'irriducibilità del senso estetico di chi forse continua a credere che la bellezza salverà il mondo. Storia e cronaca locale, pagine autobiografiche, testi di canzoni, proverbi, aneddoti, raffinate citazioni di poeti e scrittori, pagine di diario, riflessioni sul teatro e sull'arte, memorie di viaggio, racconti d'amore e di malavita a puntate, proposte culturali, italiano e dialetto si susseguono in apparente disordine in questo piccolo zibaldone, ma come le tessere di un mosaico tracciano poco alla volta l'immagine preoccupante di un Sud che non vuole o non sa rinnovarsi. Ha uno spazio molto ampio nella riflessione dell'autore, la città di Lecce, o meglio, la cosiddetta "leccesità", con la spietata critica della mentalità e della cultura della sua classe drigente, arroccata a difendere una mitica grandeur contro qualsiasi illusione di cambiamento, e con la denuncia delle responsabilità del suo ceto politico, malato di provincialismo, rivelatosi in più occasioni inadeguato ad affrontare le sfide della contemporaneità. Raccogliendo l'insegnamento di Pasolini e Bene, più volte menzionato, vengono riprese con maggior vigore e nuovi argomenti quella polemica contro la miopia della politica culturale nazionale e soprattutto locale, insieme alla battaglia per un rinnovamento profondo dei costumi e della cultura già presenti in Dimettersi dal Sud. Ancora una volta l'amore-odio per questa terra e questa città anima l'impegno civile e le battaglie culturali di un operatore teatrale di lunga esperienza, conosciuto e stimato in Italia e all'estero, che ancora non si è rassegnato alla logica imperante della mercificazione e del profitto e non è disposto a condividere l'idea volgare e peregrina che "con la cultura non si mangia".
Lilli Giumelli
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Recensioni
Lecce Sbarocca è un libro unico e raro...La fluidità del romanzo regala una sinuosa lettura, in grado di accostare le diversità tematiche con sublime maestria. Paola Bisconti, Salentoinlinea.it
Lecce ‘sbarocca' nei paralleli che sono la cifra zero della sua leccesità, raccolti in questo libro come i grani di una collana rotta. Con queste premesse va da sé che la lettura degli ‘appunti' di Ungaro è calda della maledizione dei cantori di razza: ha il sapore del sangue, denso di un'inquietudine necessaria quanto il suo linguaggio. Luisa Ruggio, il Paese nuovo
...il linguaggio, invece, resta quello di un pamphlet, o meglio di una vera e propria avvelenata, un'intemerata dichiarazione di odio-amore per Lecce, non città madre ma fredda matrigna. Fabrizio Versienti, Il Corriere del Mezzogiorno
Un amore impastato di amarezze. Come una culla scomoda, alla terra che raccoglie la nostra esistenza non si perdona niente, soprattutto l'essere ingenerosa, dispensatrice di giorni che potevano essere migliori, di risposte che aspettavamo diverse, di gente che non ci assomiglia affatto. Claudia Presicce, Nuovo Quotidiano di Puglia
Un libro riflessione quindi sulla incessante costruzione di metafore costruite dalla società spettacolo. Un libro molto interessante, rapido, leggibilissimo, un colorato fuoco d?artificio.
Egidio Pani, Contrappunti, gennaio 2012
La scrittura, l'arte dello scrivere in 'Lecce sbarocca' vive di 'attacchi', di continuo principiare; come delle'entrate in scena', pagina dopo pagina lo svolgimento, il continuum narrativo, è dato al lettore offrendogli molteplici piani di visione? Quello che più tocca è l'elegia del passato (come potrebbe essere altrimenti? Siamo o non siamo carne romantica?) Mauro Marino, Il paese nuovo
'Lecce sbarocca' è una rivelazione, sotto tutti i punti di vista:dalla scrittura, di risoluto carattere e ricca di colori, al sorprendente ritmo; dalla narrazione, leggera e vivace, schietta e sintetica, alla minuziosa descrizione di particolari e ricordi... Apre e chiude tanti sipari Franco Ungaro, su scene più lunghe e su altre fulminee, sulla realtà sociale e politica e su momenti emozionali e intimi, su monologhi, su 'fatti cuntati' e su altri vissuti. La 'Lecce sbarocca' di Franco Ungaro è uno scrigno di ricordi e pensieri, di impulsi e istinti, di umori, di azione e di reazione. Dario Quarta, quiSalento, gennaio 2012
Chè la scrittura di Franco Ungaro è liscia, pulita e precisa. Frutto di una disciplina coltivata quotidianamente. E di una ricerca che ha fatto del tempo e dell'incontro col Tempo l'unica misura per licenziare ogni singola parola.. Chè si può veramente camminare dentro questa città se dentro a muoverci è danza. Levità di danza. Potenza di danza. Vito Antonio Conte, Il paese nuovo gennaio 2012
Franco Ungaro si muove ora abilmente nel garbuglio dei generi letterari, intrecciandone i linguaggi specifici e ottenendo così una scrittura plurima, sperimentale. Inframmezza il testo con citazioni di poeti (Vittorio Pagano, Vittorio Bodini, Patrizia Cavalli) e brani di canzoni (dei Nirvana, dei Sud Sound System, di Jim Morrison e di Patty Smith: praticamente, una colonna sonora) e con gesto pop anche dai cartoni animati (La carica dei 101). L?autore entra ed esce continuamente di scena, ora con la perentorietà del dire in prima persona ora con la distanza del narrare in terza, perché in un?altra trama - contemporanea e indipendente, ma con occasionali intersezioni al tessuto autobiografico e civile - si snoda la vicenda di una famiglia di poppeti, quella della bella Teresita, la famiglia Rojo «tanto gentile e generosa nella progenie femminile quanto schiava del male in quella maschile» che sarà vittima della droga e del racket mafioso in un crescendo di sventure verghiane....In Lecce sbarocca risuona così l?indignazione meridionale e antimeridionale di una Ortese o più ancora di un Luigi Compagnone di cui abbiamo nostalgia... Nicola Signorile, La Gazzetta del Mezzogiorno, febbraio 2012
Bel libro quello di Franco Ungaro dal titolo 'Lecce Sbarocca' edito dalla Besa editrice. Un?opera sui generis, perché perennemente in bilico tra la prosa romanzata, il percorso autobiografico, il taglio di cronaca cittadina, la satira politica e il sardonico riso rivolto alla scena culturale di un territorio come quello salentino che di spunti, in parecchi ambiti, ne offre quotidianamente. E mi è piaciuto perché l'autore è uno che non si risparmia, si dona, ma soprattutto trasforma la sua lingua in spada, l?affina trasformandola in una vera e propria macchina di sperimentalismi che crea un bellissimo metissage di Caos e Ordine. Di tensione morale ne troviamo tanta, di senso estetico in abbondanza, di ferma convinzione che la Bellezza salverà il mondo oltre ogni più rosea aspettativa. Vander Tumiatti, libri-bari.blogautore.repubblica.it
Le brevi e taglienti riflessioni di Ungaro fanno cogliere appieno quanta distanza vi sia tra la pomposa definizione di «Lecce porta d'Europa» o di «Lecce capitale euromediterranea» da parte di chi ha semmai lasciato la città nella campana di vetro di cui sopra, e le azioni, le passioni, i viaggi, la vita vera di chi ogni giorno si propone con un instancabile attivismo culturale di rendere Lecce un ambiente aperto alle contaminazioni del Mediterraneo che già plasmarono quel «barocco» che oggi si propone come parola chiave di un'economia di sviluppo turistica Stefano Savella www.puglialibre.it
Una martellante anafora scandisce il denso saggio-poema che Franco Ungaro ha dedicato al capoluogo salentino.... I modelli di Ungaro sono eterogenei, pop e coltissimi, e vanno da Shakespeare a Crudelia de Mon. Dalla stessa fonte nascono vizi e virtù: il buio stregante, fascinoso dei suoi cortili coincide con la città illegale che agisce di nascosto e senza scrupoli, mentre la trastula è un agire furbesco nè innocente nè criminale... L'autobiografia si sposa con una felice ritrattistica...e con lo schizzo antropologico... Forse per dimostrare di amare davvero il Sud bisogna un pò odiarlo... Filippo La Porta, Il Sole 24 ore 5 agosto 2012
[...] Nell'aggirarsi in uno spazio personale e politico, storico e contemporaneo, salentino e internazionale, Ungaro annota con passo lieve i segni del presente come verità del passato e i segni del passato come anticipazione del presente, e delinea così il quadro di un Salento, nel quale si gioca un sottile ma aspro confronto tra l'identità reale e quella possibile. Da una parte la compensazione del senso di vuoto, che è frutto della immobilità e marginalità storiche, con la convinzione, gravida di malafede, di rivestire un ruolo storico e culturale di primo piano. È la micromegalomania, come la chiamava Carmelo Bene: ecco la Grande Identità di Lecce. [...] Se la Terra è diventata un insieme di hinterland che si deprimono per il fatto di esserlo o si illudono di non esserlo, la rivendicazione da parte di Ungaro della perifericità spazio-temporale come occasione per aprirsi al mondo può parlare e parla davvero a tutti, anche a chi non sa che cos'è la via delle Giravolte di Lecce. Raffaele La Capria ha di recente ricordato la splendida frase di Proust, che "la psicologia è nata in provincia". Psicologia come capacità di analisi, attenzione ai dettagli, capacità di non distrarsi senza ragione; e provincia come spazio dove qualcosa può ancora accadere. Non smette allora di girare intorno, di riproporsi come un breviario per tutti e per nessuno, il libro di Ungaro, questo intellettuale curioso e appassionato, locale ma non provinciale [...]
Vittorio Gaeta, Quotidiano di Lecce
Il rosone tipicamente barocco è deformato, come in un gioco di specchi o, più precisamente, come se lo si guardasse all'interno di una campana di vetro. Dice già molto di Lecce questa immagine scelta per la copertina di Lecce sbarocca (Besa Editrice, pp. 104, euro 12), il libro di Franco Ungaro dedicato alla «capitale» del Salento (ma nel corso degli anni, e negli slogan elettorali senza freni, anche «capitale euromediterranea», «della moda», «dei weekend» e ovviamente «della cultura»). Un percorso narrativo e autobiografico che parte all'inizio degli anni Settanta con l'arrivo a Lecce, da Leporano, dell'autore-protagonista, con i suoi primi anni di studi e di militanza da fuorisede (poppete), e che arriva ai giorni nostri: nel corso di questi quattro decenni, Lecce viene raccontata attraverso le storie dei suoi intellettuali (Carmelo Bene su tutti) e della sua classe dirigente, ma anche con citazioni storiche e soprattutto ripercorrendo le tappe salienti del percorso compiuto dai Cantieri Teatrali Koreja Stefano Savella, Puglia Libre
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Commenti e messaggi dei lettori
Caro franco, ho letto con vero piacere ''Lecce sbarocca'' e mi è piaciuta quella tua capacita' di passare dal presente, dalla tua memoria, al passato, dalla vita sociale quotidiana al teatro ( mi ha commosso il ricordo di Nico). Mi piace quel riferirsi a angoli, strade, palazzi veri, tra i quali basta una svolta per capitare in un altra dimensione, che non è però tale, in quanto tutte le dimesioni temporali del tuo libro sono la costruzione, le radici il presente il futuro di una realtà che accetti e presenti per quella che è, meravigliosa e impossibile, a seconda degli angoli da cui la si osserva, a seconda dei momenti (anche personali) che si vivono. Paolo Petroni, giornalista ANSA
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Presentazioni avvenute:
Campi Salentina, Città del libro, 25 novembre 2011 Elbasan (Albania), Università, 5 dicembre 2011 Valona (Albania), Università, 6 dicembre 2011 Lecce, Circolo Cittadino,17 dicembre 2011 Lecce, Cantieri Koreja, 4 gennaio 2012 Lecce, Libreria Feltrinelli,13 gennaio 2012 Veglie, Book Bar Caffè, 20 gennaio 2012 Lecce, Museo Sigismondo Castromediano, 28 gennaio 2012
Skopje(Macedonia) Centro Multimediale Università, 17 febbraio 2012 Nardò Teatro Comunale, 22 Marzo 2012 Calimera (Le) Spazio Somnia Theatri, 29 Marzo 2012 Trepuzzi Associazione Nordsalentoteatro, 4 Aprile S.Paolo (Brasile), Teatro Commune Rua da Consolação, 26 aprile Maglie, Libreria 'Libri e Musica', 13 Maggio Torino, Salone Internazionale del Libro, Venerdì 1 giugno Magliano, Casina Serrèzzula di Anna Misurale, Venerdì 29 giugno Aradeo, Cioccolibreria Stardust, Domenica 15 luglio Corigliano d'Otranto, nell'Ambito di Sophia nel Paese della Meraviglia, Venerdì 20 luglio ore 20.30, S.Maria di Leuca, Smarè Scuola Vela, Giovedì 26 Luglio Carpignano Salentino, Giovedì 2 Agosto Santa Caterina di Nardò, Sabato 1 settembre Festival Castel dei Mondi Andria, Martedì 18 Settembre, Borgagne Piazza Sant'Antonio, 17 Ottobre Sala del Centro Francofono dell'Università "San Clemente d'Ocrida" di Sofia (Bulgaria), 15 Novembre Galatone presso il Lab 83 in via XXIV Maggio, 5 Dicembre San Donato in collaborazione con l'Associazione Attiv'azioni presso la Biblioteca comunale. 15 Dicembre Liceo Palmieri Lecce, 17 Gennaio 2013 Accademia di Belle Arti a Lecce, 25 Ottobre 2013 Bari, Biblioteca del Consiglio Regionale della Puglia.
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