Prosegue Senso Plurimo 6, la rassegna dei Cantieri Teatrali Koreja curata dalla giornalista e critica Marinilde Giannandrea. Ad esporre nel box progettato da Rune Ricciardelli, Patrizia Emma Scialpi. L'artista tarantina, classe 1984 concentra la sua ricerca sulla natura e sulla diversità dei legami e delle relazioni che intercorrono tra gli individui, in relazione ai differenti contesti nel tentativo di instaurare un dialogo chiarificatore con il presente. Lo fa adoperando registri espressivi e media diversi, arricchendo la sua indagine di stratificazioni e ancoraggi segnici ricorrenti attraverso video, opere pittoriche, installazioni e interventi site specific. Il suo percorso è puntellato da una specifica riflessione sul linguaggio visivo con una meditata riappropriazione e riuso di immagini preesistenti e privilegia gli aspetti emotivi a quelli propriamente tecnici. Vernissage venerdì 6 marzo alle ore 19.00 per Neith installazione video che sarà possibile visitare sino al 28 marzo 2015 - (Ingresso libero).
[...] Neith è il nome di un ipotetico satellite del pianeta Venere avvistato da vari astronomi a partire dal XVII secolo e ufficialmente da Giovanni Domenico Cassini nel 1686. Nel 1766 il direttore dell'osservatorio di Vienna, Maximilian Hell, pubblicò un trattato nel quale dichiarava che tutte le osservazioni del satellite erano illusioni ottiche, arrivando infine alla conclusione che Neith in realtà non era mai esistito [...] Con questa premessa Patrizia Emma Scialpi ci introduce al suo viaggio dentro le costanti relazioni tra "arte e illusione", in quel processo di messa a fuoco mentale che circonda l'attribuzione di significato alle immagini che osserviamo. Costruisce un piccolo planetario domestico che trova casa dentro i limiti terrestri, trasformando il dettaglio in un satellite, il movimento in un razzo interstellare. Recupera e costruisce con lo stupore dello sguardo (il suo e il nostro) una misteriosa bellezza e, come spesso succede nei suoi lavori, l'autosservazione diventa un trampolino per riflessioni più ampie che includono in questo caso l'asperità di quei desideri che lanciamo alle stelle. Perché non è sempre facile distinguere ciò che giunge dal di fuori da ciò che noi supponiamo di sapere, disincagliare i sogni da quell'ingombrante peso terrestre che ci ancora ai dati dell'esperienza visiva e alle supposizioni della nostra memoria emotiva. In questo costante alternarsi tra terra e spazio, tra vincolo del vicino e quel peso della gravità che non ci concede di liberare sguardo oltre i limiti dell'ancoraggio, si possono però - e direi per fortuna - verificare scoperte che inducono a osservare con occhi nuovi il mondo visibile, in un processo che si attiva misteriosamente dentro le forme, i colori, la luce e le immagini in movimento. Perché in questa minimale visione planetaria, che Patrizia ha costruito e alla quale Stefano (Urkuma) De Santis ha dato un suono, si potenzia di fatto quella confusa ambiguità della visione che sta dietro il velo dell'illusione, e si concede, nonostante tutto, la possibilità di trovare uno spazio per quella che Coleridge chiama una «volontaria e momentanea sospensione dell'incredulità».
[...] Non ci muove da terra Neith. Nei cambi di scena che scandiscono le ronde in cui ci trascina questa installazione di Patrizia Emma Scialpi per Senso Plurimo, è il reale il campo in cui si gioca la conquista della percezione. Non è la sfera ultraterrestre la dimensione che ci invita a indagare attraverso la pittura e il video, bensì lo spazio fisico, urbano, il terreno su cui fa allunare lo sguardo dello spettatore. Ad accomunare i due interventi è la natura performativa che trasuda dal gesto pittorico quanto dall'intro misteriosa del video, dentro il quale Scialpi - con fare da bricoleur - inizia ad armeggiare filtri dalla superficie opaca, punti luce, suoni provenienti dalla galassia. Nell'incedere della narrazione, come ne "La finestra sul cortile", inforca un binocolo. Punta le superfici dirimpetto, indugia nello scrutarle: a differenza di quanto accade nella pellicola hitchcockiana, non c'è voyeurismo in questa pratica, ma puro desiderio di sperimentare vicinanze visive. È l'espediente tecnologico a calamitare frammenti di immagini prelevate dal web e suoni, in cui si riconosce anche l'incedere di "Recumaeterna" di Stefano "Urkuma" De Santis. La trama del video diventa così un affollamento di visioni, un missaggio ipnotico di campionamenti digitali che, come in una sorta di countdown ritmato, preparano progressivamente lo spettatore alla scoperta di un pianeta inesistente. Perché Neith esiste solo per vizio di forma. È un lapsus, un miraggio che la giovane artista tarantina appronta nel box del foyer dei Cantieri Teatrali Koreja elaborandolo a mo' di osservatorio astronomico. Del resto fu un "abbaglio" quello che fece cadere in errore uno dei più geniali astronomi italiani, Gian Domenico Cassini. Persuaso da un riflesso creato dalla luce all'interno del telescopio, non esitò ad attribuirsi la paternità di Neith, fantomatico satellite di Venere, salvo poi essere smentito un secolo più tardi. Un aneddoto che nel lavoro di Scialpi diventa elemento poetico, margine d'errore. Mai presa di distanza, semmai un tentativo di avvicinamento e, in quanto tale, profondamente umano [...] Valeria Raho
Patrizia Emma Scialpi "Neith" 6 - 28 marzo 2015 Inaugurazione venerdì 6 marzo ore 19.00 - Ingresso libero
LE DATE DELL'EVENTO
06 marzo 2015, ore 19:00 - Lecce, Cantieri Teatrali Koreja |