PIANO PI_NO di Fabio Mazzola

SENSO PLURIMO #5

PIANO PI_NO di Fabio Mazzola
a cura di Marinilde Gianndrea

Penultimo appuntamento per Senso Plurimo V, la rassegna dei Cantieri Teatrali Koreja curata dalla giornalista e critica Marinilde Giannandrea. L'ultimo appuntamento della rassegna, invece, è previsto per il 16 aprile e con Giulio De Mitri a dialogo con Roberto Lacarbonara.
Vernissage giovedì 3 aprile alle ore 19.00 (ingresso libero) per PIANO PI_NO il nuovo lavoro di Fabio Mazzola in mostra fino al 30 aprile.
Il nuovo lavoro pensato per Senso Plurimo, è un ritratto familiare dedicato all'esistenza paradossale di un eroe comune, lo zio Pino, filmato mentre compie le sue piccole imprese quotidiane, indagato senza filtri e con un'affettuosa ironia. Circondato dagli oggetti di un museo che si costruisce al ritmo banale dell'esistenza, è scrutato con uno sguardo che non concede nulla alla celebrazione e va alla ricerca della sua personale verità.
Mazzola è portatore di un realismo visionario e costruisce in Piano Pi_no un'allegoria del reale¬ incarnata in un corpo di carne ossa, che si trasforma in un sofisticato meccanismo simbolico
Gli attraversamenti della storia di Fabio Mazzola sono tappe di un percorso non sempre accattivante. Le macchine visive fatte di video, installazioni, performance, hanno un sapore "politicamente scorretto", determinato da quella mise en abyme, che pure in assenza di uno schermo riflettente, consente all'autore di affondare il coltello con ironica e surreale perfidia, nella carne dei propri ricordi. Si espone al pubblico senza pudori, non disdegna i linguaggi bassi, popolari, trasgressivi, spesso legati al microcosmo di ricordi personali e domestici e procede soprattutto per accumulazioni e stratificazioni d'immagini e di ricordi, legati a un pantheon visivo e cinematografico di riferimento.

"Nei primi anni Settanta, agli inizi della sua lunga ricerca artistica, Christian Boltanski recuperava oggetti e indumenti appartenenti a individui diversi, spesso senza alcuna attinenza tra loro - addirittura l'intero arredamento domestico di una donna newyorkese - e li esponeva con l'accezione tutelare di Inventari. A interessare l'artista francese non era tanto il valore tautologico degli objets trouvés, quanto la loro natura frammentaria e quasi reliquiale; da allora egli ha fondato la sua poetica sulla memoria, convinto che ogni persona meritasse di esser ricordata in quanto unica e perché avesse «una storia sfuggente da raccontare»
Con Piano Pi_no, ultimo appuntamento di Senso Plurimo, Fabio Mazzola si colloca in questo solco e trasforma il box progettato da Rune Ricciardelli nel proscenio in cui muovere le fila di alcuni dei suoi ricordi più intimi, a partire dalle gesta "eroiche" di un suo zio materno.
Tuttavia, rispetto a Boltanski, Mazzola non si accontenta di evocare il suo soggetto attraverso vecchi utensili o fotografie estratte dagli album di famiglia, ma lo chiama direttamente in causa addentrandosi nel suo mondo e documentandone umori e attività quotidiane.
Mazzola ricorre nuovamente al tema autobiografico per procedere nell'indagine sugli atteggiamenti rituali e semiautomatici che, come nel Merzbau assemblato dallo zio nella sua bottega, si stratificano nella coscienza; lo stesso titolo del lavoro riconduce a un ossessivo richiamo che la madre rivolgeva al protagonista per invitarlo a mangiare più lentamente. A differenza dei lavori precedenti, però, l'artista barese è ora quasi del tutto assente e, annullando ogni suggestione figurata, esibisce il suo percorso a ritroso in modo obiettivo e documentaristico. Curiosamente, nel suo processo di demistificazione del rito, Mazzola incrocia gli effimeri e altisonanti cerimoniali di regime le cui registrazioni, divorate nottetempo dallo zio, ne accompagnano i passi e i racconti all'interno di un noto edificio dismesso barese. Le pareti dei Cantieri su cui vengono impresse le tracce antropometriche del proprio passato diventano così per Mazzola il (non)luogo privilegiato dove consumare il processo turbato e contraddittorio dell'esistenza." Edoardo Trisciuzzi

 

Fabio Mazzola Bari ,1980
Si è diplomato presso l'Istituto Statale d'Arte di Bari ed è iscritto alla Facoltà di Architettura del Politecnico barese. Nei suoi video e nelle performance indaga una condizione corporea ed esistenziale che oscilla tra la narrazione biografica e la dimensione collettiva. Nel 2009 espone le prime opere su carta da imballaggio e negli anni successivi partecipa a numerose collettive. Recentemente il Museo Pascali di Polignano a Mare gli ha dedicato una Project Room all'interno del programma Il Museo e il suo territorio. Vive e lavora a Bari.

Ingresso libero

 



LE DATE DELL'EVENTO

03 aprile 2014, ore 19:00 - Lecce, Cantieri Teatrali Koreja