TANA LIBERA TUTTI

SENSO PLURIMO #4

TANA LIBERA TUTTI
di Claudia Giannuli - 29 novembre 2012/8 gennaio 2013

a cura di Marinilde Giannandrea

In un celebre pamphlet del 1929 Virginia Woolf stigmatizzava l'idea di una creatività limitata dalla dimensione familiare e ironizzava sulle condizioni necessarie a una donna per scrivere e creare: disporre almeno di 500 sterline di rendita annua e possedere Una stanza tutta per sé per sottrarsi alle catene della vita domestica. È il tema di un orizzonte familiare costrittivo, una costante di molte artiste per le quali è possibile rintracciare un modo più intimo e allo stesso tempo fisico di vivere il confronto con il reale.
I lavori di Claudia Giannuli si collocano dentro questa linea con una messa in scena di spazi privati popolati da piccoli avatar plastici, contagiati dalla cultura pop, dai manga giapponesi e dalle statue votive collocate sotto le campane di vetro sui comò delle nonne. Le cinque figure femminili di Tana libera tutti ci parlano di analoghe solitudini ed esprimono la loro posizione incerta in un mondo enigmatico; richiamano i giochi dell'infanzia e rimandano con un modellato curato e volutamente privo d'imperfezioni all'eleganza delle bambole di biscuit. Eppure, nonostante la loro gentile armonia, non annullano il senso d'inquietudine che traspare dall'iterata volontà a non scoprirsi e da una misurata disperazione legata al corpo e alle sue trasformazioni. Apparentemente nulla di drammatico, ma il gioco ironico e un po' crudele al quale la Giannuli sottopone il suo timido microcosmo in terracotta non sembra estraneo a una riflessione sulle difficoltà di comunicazione con il mondo. Isolate e protette dalle loro "campane di vetro", le ragazze in erba si negano all'esterno, sembrano non volere rivelarsi e non vedere, legate da un istinto autoprotettivo che le porta a una pervicace condizione di chiusura.
Del resto tutta la produzione della giovane artista barese si dipana in un universo femminile nel quale le relazioni familiari e le inquietudini individuali riescono a toccare corde che non sono solo personali. Il privato diventa pubblico e la dimensione isolata e chiusa non impedisce a queste delicate figure di rilevare l'angoscia della solitudine, il peso delle relazioni familiari e della propria condizione, l'inquietudine, il pudore e l'incertezza del futuro. Quella stanza tutta per sé diventa nell'immaginario della Giannuli il luogo di una quotidiana infelicità cristallizzata nello spazio contenuto e asfittico di una bacheca o imprigionata iconicamente dentro una cornice dal sapore antico.
                                                                   Marinilde Giannandrea

 

Sature di polvere, le ritroviamo ancora nei grandi armadi delle sacrestie del Sud, oppure sui comò delle nonne nelle vecchie case dei paesi. Custodiscono solitamente una statua, quella del Santo Patrono nella fattispecie, ma spesso anche un ex voto. È un modo per proteggerli in una dimensione atemporale. Claudia Giannuli ha scovato le vecchie campane di vetro della tradizione del Sud, il suo Sud, e le ha utilizzate per proteggere e completare le sue terrecotte. Le piccole sculture che compongono Tana libera tutti in mostra nel box di Koreja per la quarta edizione di Senso Plurimo effigiano bamboline isteriche - con fisionomie attinte da un immaginario estrapolato anche dai manga giapponesi - che si muovono, sotto la campana di vetro, in un ambiente asettico. Vivono assorte nei loro imbarazzi; nascondo il viso per celare impalpabili vergogne, infilano tessuti sul capo per celare le proprie gelosie o tentano di nascondersi in un cantuccio per contemplare un'offesa. La vergogna tra l'altro è un'attitudine antropologica del sud, quello che anche nei decenni recenti ha celato le proprie donne per proteggerle da chissà cosa. Ed è anche questo il rapporto dentro e fuori luogo di Claudia Giannuli con il suo territorio di appartenenza.
Al Sud retorico del paesaggio e di un'attenzione ossessiva alle danze popolari documentate attraverso la fotografia e il video, Claudia predilige recuperare sguardi a prima vista accessori e materiali ormai dimenticati, attraverso una ricerca sui modi di essere di un specifico Sud, di attitudini e sensazioni lievi. Il senso di appartenenza dell'opera verso il suo luogo, il suo contesto, risiede nel concepire una scultura di piccolo formato, quasi devozionale nella sua dimensione fisica, rapportandosi anche a tutta quella cultura della "scultura da camera", che anche in Puglia ha avuto un'ampia fortuna, per via delle antiche e ampiamente documentate discendenze culturali di radice napoletana. Rimane, come già notava Pietro Marino a proposito delle opere proposte qualche mese fa in una personale barese, un humor inquietante, che probabilmente contrassegnerà anche i futuri sviluppi del suo lavoro, sempre nell'orbita di quel genius loci che, nonostante tutto, permane in certa arte contemporanea.

                                                                          Lorenzo Madaro

 

CLAUDIA GIANNULI Bari 1979

Modella con misurata sintesi formale piccole figure in terracotta che rimandano a universo femminile e familiare. Recentemente un suo lavoro è entrato nella collezione permanente del Museo Pino Pascali di Polignano a Mare (BA)
www.claudiagiannuli.com

 

Mostre collettive

2012
2012Y. Tensione superficiale, Rossocontemporaneo, Taranto
Caduti da un chiodo, 13/17 Lemosche Contemporary Acts, Palo del Colle (BA)
Home, my Place in the World, La Galleria Pall Mall, Londra
Reveries, ArtCore Gallery, Bari
Ouverture, Fondazione Museo Pino Pascali, Polignano a Mare (BA)
Dialoghi Est/Ovest. La Fondazione Museo Pino Pascali in Montenegro, Museo Nazionale del Montenegro, Cetinje
Reveries, Galleria Il Bracolo, Roma
Zona Franca Creativity, Barletta (Ba)
Arte Accessibile IV edizione, Spazio eventiquattro Gruppo il Sole 24 ore, Milano
Reveries, Spazio Meme, Carpi (Mo)
La verità è luce, Open Space, Catanzaro
Haeretici, Castello Svevo, Barletta


2011
Buon compleanno, Italia!, Istituto Italiano di Cultura, Stoccarda
BLOOOM - the creative industries art show, Fiera di Colonia, Colonia
Si ignorano i motivi del gesto, 15 luglio/6 Agosto, Palazzo Conti, Locorotondo (BA)
Biennale di Venezia padiglione Puglia, Monastero di Santa Scolastica, Bari
Tempo Reale, Palazzo ex Direzione, Modugno (BA)
Il colore in giardino, Giardino botanico Lama degli Ulivi, Monopoli (BA)
They hate us for our freedom, C.S.O.A., Bari


2010
BLOOOM - the creative industries art show, Fiera di Colonia, Colonia
Le Dernier Restaurant, Orto botanico, Bari
Next-Door Monsters, Fabrica Fluxus, Bari


2009
Festival della bassa risoluzione, Bari

 

Mostre personali

2012
Qb, quanto basta, Fabrica Fluxus, Bari


2010
Parzialmente scremato, spazio Nodo, Bari

 

 

 



LE DATE DELL'EVENTO

29 novembre 2012, ore 18:30 - Lecce, Cantieri Teatrali Koreja