Ognuno dei due interpreti segue un suo percorso nello spazio, nel tempo e nelle forme che assume a seconda degli stati d'animo. Nell'avvenire di queste due libere Esecuzioni, si percepisce un crescendo di considerazione reciproca, fino a quando i due sentieri solitari cominciano a incrociarsi, trovando inizialmente rari punti in comune e poi via via incontrandosi sempre più frequentemente in questo naufragio comunicativo. Si aggrappano l'uno all'altro come due naufraghi al legno di una zattera, non per amore del legno ma per amore della propria salvezza e quindi di sé.
[...] Oltre ad una "libera", una parte dell'azione sarà "aperta" e lasciata all'estemporaneità: anche in fase di allestimento, non siamo riusciti a inanellare una prova uguale all'altra, scrive Michele Abbondanza nella presentazione dello spettacolo, assistiamo a una "doppia" esecuzione, che, anche se composta quasi integralmente da assoli, crediamo possa appartenere alla categoria del "duo". Chi vedrà e non solo le nostre scelte, potrà trovare i ponti o al contrario le soluzioni di continuità tra i due personaggi; Può rendere l'idea un paragone sportivo, come quello della gara di sci alpino detta "Parallelo": i due atleti scendendo contemporaneamente uno a fianco dell'altro su due piste giustapposte, soli nel loro essere in due, immensamente concentrati su di sé, somiglianti e complici nella rappresentazione, ma aventi un solo ed unico scopo: vincere sull'altro. Qui però non c'è nessuno che vuole vincere sull'altro, competere avrebbe implicato comunque l'essere in relazione, ma per questo la lontananza può risultare ancora maggiore passando dall'iniziale, sorda e solitaria indifferenza, attraverso sprazzi e tentativi di imitazione, fino alla reciproca, fragile assistenza nelle composizioni finali di pietà lontane. Esecuzioni quindi anche del quando la vera pena capitale alla quale il titolo, nemmeno troppo velatamente allude, potrebbe essere il comune destino del continuare "l'inesorabile danza" del vivere. Le caratteristiche, le invenzioni degli autori, essendo qui anche interpreti, può venir meglio isolata e visualizzata senza mediazioni e, quasi come fosse messa sotto una lente di ingrandimento, offerta a un'analisi asettica, quasi autolesionistica e spietata. [...] presentiamo qui, condividendo con lo spettatore i rischi di due esecuzioni, sommarie, capitali o semplicemente danzate.
MICHELE ABBONDANZA e ANTONELLA BERTONI. Dall'esperienza newyorkese nella scuola di Alwin Nikolais agli studi francesi con Dominique Dupuy, attraverso le improvvisazioni poetiche di Carolyn Carlson, lo studio e la pratica dello zen, Michele Abbondanza (cofondatore del gruppo Sosta Palmizzi e insegnante alla Scuola di Teatro del Piccolo di Milano) e Antonella Bertoni arrivano a maturare un proprio linguaggio dando inizio ad un forte sodalizio artistico nonchè ad un'unione didattica e scenica.
EVENT DATES
26 ottobre 2012, at 20:30 - Lecce, Cantieri Teatrali Koreja |