I sentieri del Santo - Storie di santi, figure e teatranti / Io al santo ci credo. Secondo studio sui santi

2004

I sentieri del Santo - Storie di santi, figure e teatranti / Io al santo ci credo. Secondo studio sui santi

I sentieri del Santo - Storie di santi, figure e teatranti
con Graziana Arlotta, Ippolito Chiarello, Mariano Dammacco, Angela De Gaetano, Vito Greco, Silvia Lodi, Cristina Mileti, Maria Rosaria Ponzetta, Fabrizio Saccomanno
progetto Salvatore Tramacere
realizzazione di Vincent Longuemare, Renata Molinari, Salvatore Tramacere
drammaturgia di Renata Molinari
spazio scenico e luci Vincent Longuemare
cura tecnica Mario Daniele e Marco Oliani


Ripreso nel novembre 2004 con il titolo Io al santo ci credo. Secondo studio sui santi
con Graziana Arlotta, Angela De Gaetano, Vito Greco, Silvia Lodi, Cristina Mileti, Maria Rosaria Ponzetta, Fabrizio Saccomanno, Fabrizio Pugliese
regia Salvatore Tramacere
testo Renata Molinari
luci Vincent Longuemare
spazio scenico Vincent Longuemare e Luca Ruzza
suoni Andrea Mangia
arte plastica e dinamica Istvan Zimmermann e Giovanna Amoroso

Nove attori si confrontano con le tradizioni dei santi: vite, miracoli, martirii, racconti di devoti, riti e credenze, sorgenti e residui di fede.
All'inizio è un laboratorio, per esplorare la possibilità di fondere memoria personale e immaginario collettivo nella particolare composizione formale che da sempre racconta il Santo.
Poi il laboratorio genera una possibile mappa, mappa di relazioni prima ancora che struttura drammaturgica.
Relazioni che disegnano una mappa geografica. Un territorio segnato da presenze ferme e silenziose o in statico squilibrio sulle teste dei devoti in festa.
Già, i santi non sono solo in chiesa; no, li troviamo per le strade del paese, sulle bancarelle delle statuine e nelle processioni della festa. Dentro la borsa della spesa ecco le rose di Santa Rita e i gigli di Sant'Antonio.
E per strada, anche le madonnine del fuoco, della neve, dell'ulivo, dei sette dolori, l'Annunciata.
Un Cristo con le spine in testa e le schegge dei bombardamenti sul costato, gli odori di maggio a infiorare le madri e le giovani promesse... Qualcuno dice di aver visto santini viventi, sul marciapiede, col cagnolino e un po' di musica.
Se poi a parlarne è gente della stessa terra, allora le strade delle edicole e dei cippi si popolano di una strana segnaletica fatta di cronache, caratteri, umori, trame e tessuti, tracce di materia antica, residui, nuovi materiali: e a cercarli si trovano corpi, parole, storie. Strade per riconoscersi, raccontarsi, ritrovarsi. Per dirci che questi corpi siamo noi e che questa terra è ancora qui, e noi con lei.