Un giorno, tanti anni fa, nel nostro antico paese vicino al mare, ci fu una violenta tempesta, così furiosa che persino i granchi scappavano dagli scogli per rifugiarsi nelle case della terraferma. Così il nostro paese era immerso nel fango e lì, in mezzo ai granchi terrorizzati, stava riversa un'altra strana creatura, un vecchio straccione, povero e fradicio, che non riusciva a sollevarsi "...perché glielo impedivano le sue enormi ali"
Così la narrazione che dà origine allo spettacolo introduce, suo malgrado, il protagonista, la figura spirituale di un angelo abbattuto dal fortunale, in mezzo a una umanità povera e ingenua, colorata e credulona, dominata da superstizioni, sostenuta da credenze popolari e, per contrasto, da un sano quasi cinico pragmatismo. L'angelo sarà così, per un po', l'oggetto dell'attenzione e speculazione dell'intero paese e, attraverso i suoi occhi, il pubblico potrà godere il divertimento, la spudoratezza della "salamoia" umana dai mille caratteri che via via gli fluirà davanti.
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