DARIO AGRIMI

SENSO PLURIMO

DARIO AGRIMI
ilcriminenonpaga

Nella Divina Commedia la parte più interessante è l'Inferno

D. Agrimi

Il lavoro di Dario Agrimi si muove sul crinale accidentato delle esperienze collettive connesse a vicende sociali e culturali, prelievi esistenziali che esplorano un terreno pieno d'interrogativi, costellato di mosse dissacratorie.

La gazza "ladra", nonostante la sua sottile bellezza, è simbolo indiscusso del crimine e di una parte oscura e poco rassicurante dell'essere umano. Senza falsi moralismi l'artista, che da sempre manipola materiali organici e residui materiali, organizza un'esplicita dichiarazione d'intenti all'interno di un gioco ironico intorno alla "naturale" essenza delle cose. Mette in scena un'azione che ha che fare con la natura della morte e della conservazione dichiarando senza sotterfugi che l'happy end (in senso moralistico) non esiste e che il male prevale inevitabilmente sul bene.

Un lavoro da iconoclasta che si concentra su immagini s-gradevoli (gli animali imbalsamati), quasi a dichiarare una sensibilità poco incline al piacere estetico ma diretta al gesto sensibilmente impegnato nei confronti delle ingiustizie sociali. Un'azione che, in questo caso, attinge alla tradizione del trofeo di caccia e della moda piccolo borghese degli uccelli impagliati appollaiati sulle mensole di oscure biblioteche, figure a cavallo tra interesse scientifico e status sociale tra le quali Agrimi si muove con un leggero atto terroristico e con riferimenti illustri (Jan Fabre) in un gioco che senza mezzi termini connette "crudeltà e sincerità" .

 «Ma che colpa abbiamo noi» potrebbero cantare la gazza e i ratti, gentilmente composti in tassidermia, poiché proprio a loro vengono attribuiti crimini terribili che in realtà appartengono al genere umano e gli animali imbalsamati, lontani dagli stereotipi visivi ai quali siamo abituati, innescano un meccanismo di attrazione/repulsione occupando una zona grigia nella quale si vivificano miracolosamente in un'idea.

L'opera di Agrimi diventa un vero e proprio paradosso, in bilico tra visibilità e discorso, la messa in scena di un processo sociale nel quale l'animale non è un testimone né per l'accusa né per la difesa ma piuttosto un tassello di una grammatica creativa tesa alla continua migrazione delle forme, perché un quadro, una scultura o un'installazione non cambiano solo in un ambiente nuovo, ma assumono anche un significato nuovo nella relazione con il visitatore, con le sue idee, i suoi preconcetti e il suo sistema di valori.

Marinilde Giannandrea 

 

Anche nel caso di Dario Agrimi, così come per molti artisti e in particolar modo per i suoi coetanei, rimane valido un assunto che Germano Celant ha più volte precisato e che qui è d'obbligo ribadire. «Oggi l'arte si fa con tutto e ovunque, senza confini linguistici e territoriali. Gli artisti entrano e agiscono nel campo dell'immagine con un'attitudine leggera e plurale, muovendosi senza istanze univoche nella panoramica di tutti i media». Questa "attitudine leggera", ormai ampiamente diffusa nelle arti visive e da tempo unanimemente accertata da chi ne analizza le linee di ricerca, non esige, almeno nel caso di Agrimi, un'indagine legata a cronologie determinate e a conclusioni nette. Nel suo lavoro si avverte senza indugio un continuo contatto e distacco nei confronti di tecniche espressive e parabole riflessive. Un'operatività disinvolta che, come spesso accade, affonda le proprie origini nella pratica pittorica. Gli smalti su PVC, in particolar modo i ritratti, testimoniano difatti un approccio figurativo mai retorico e al contempo una qualità d'esecuzione che molto deve, evidentemente, ai suoi studi d'accademia e alla capacità di manipolazione delle immagini tramite la fotografia. Amici, conoscenti e silhouette patinate, ispirate alla carta stampata e quindi a certa pubblicità, divengono immagini riconoscibili, globali - proprio perché accomunati da comuni ossessioni, portamenti, stati d'animo - che fanno avvertire un non celato interesse dell'autore per l'iconografia pop, naturalmente quella strettamente attuale. L'interesse per il ritratto, ricollocato però in un'atmosfera rarefatta, a tratti intima, si ravvisa poi in tutta quella produzione ricavata mediante un processo quasi rituale - il paziente accostamento di peli e capelli su piccole lastre di vetro -, attraverso il quale sono ricostruite le reali fattezze fisionomiche del modello di turno. Come annunciato, il percorso di Agrimi è "plurale", soprattutto per i medium espressivi adottati. Si pensi a Métà proposta nel 2008 in piazza Trieste a Trani - un'installazione verticale, quasi totemica, composta dall'accostamento di dodici quintali di scarpe usate - che chiarisce un altro interesse dell'artista, quello per la memoria collettiva racchiusa in queste reliquie che stanno a configurare il «viaggio che l'individuo compie durante l'esistenza, verso il divenire, verso ciò che si è». Immagini e considerazioni che nelle sue opere si celano spesso dietro apparente ironia - Dattero d'oro, una possente incudine con su scritto "fragile", una croce realizzata con i brandelli di un vecchio metro di legno, solo per citare alcuni tra i suoi più interessanti interventi - che lo accomunano d'altronde a tutta quella cultura - anche barese, perché no - che ha dato splendidi frutti anche in tempi recenti e che non può che attribuirsi in qualche maniera al conterraneo genio di Pino Pascali.

Lorenzo Madaro

 

 

Dario Agrimi (Atri 1980)

Lavora dal 2001 e spazia dalla pittura, all'installazione, con sperimentazioni in campo fotografico, plastico e video. La sua opera è caratterizzata da un approccio concettuale e nella produzione più recente mette in scena un'ironia «velenosa e sorridente». Vive e lavora a Trani.

 

Mostre Personali

 

2010

La Pensée du dehors, Castello di Conversano, Conversano (BA)

 

2009

Play, Mediart Gallery, Pescara

 

2008

Métà, Installazione per Fari a Levante, Piazza Trieste, Trani

 

2007

La Mentemente, Galleria d'Arte Contemporanea S.P.A., Andria (BAT)

 

2005

Made in Head, Galleria d'Arte Contemporanea ROSSO41, Trani

 

MOSTRE COLLETTIVE

 

2011

La genetica degli Animali, The Office Contemporary Art, Roma

 

2010

Buen Viage, Ag Artecontemporanea, Roma

Le Dernier Restaurant, Il Giardino dei tempi, Orto Botanico, Bari

Video Place, Sala Murat, Bari

Evento Eclettica, Castello di Carovigno, Carovogno (BR)

Di cotti e di crudi. Il cibo e l'arte contemporanea, Pad. Banca Popolare di Bari, Fiera del Levante, Bari

Rassegna d'Arte contemporanea Terra e sale, Masseria Boezio, Torre Pozzelle (BR)

Party, Loft Gallery, Parigi

 

2009

Take Away, Take Away Gallery, Roma

Upupa, Galleria e Galleria Nuovaera, Bari

Premiata officina trevana VI edizione, Palazzo Lucarini Contemporary, Trevi (PG)

Godart, Museo Laboratorio ex Manifattura Tabacchi, Città Sant'Angelo (PE)

Gemine: Muse, Camera di Commercio, Bari

 

2008

Dal Pop al Neopop, Castello S. Zeno, Montagnana (MI)

Il cuoco, l'artista, l'architetto e il suo curatore, Plenilunio alla Fortezza, Bari

Babele 08, Galleria d'Arte Contemporanea, Bari

Godart, Museo Laboratorio ex Manifattura Tabacchi, Città Sant'Angelo (PE)

 

2007

Ritratti, 3/5 Arte Contemporanea, Rieti

Good Luck, Galleria Murat 122, Bari

Viaggio verso la luce, Università Vaticana, Roma

Gap, Sala Murat, Bari

Creature Sottomarine, Vedetta della Marina, Giovinazzo (BA)

 

2006

First, Galleria d'Arte Contemporanea Depart, Milano

Mutation, Galleria d'arte Contemporanea Spazio Ikonos, Bari

Under 30, Galleria d'Arte contemporanea, Bari

 

2005

Expoarte (Fiera d'Arte Contemporanea), Bari

Riparte (Fiera d'Arte Contemporanea), Roma

Glocal Colours, Giovani Artisti Pugliesi, Istituto Italiano di Cultura, Stoccarda (Germania)

Nel nome di Dionisio, Galleria Geo Arte, Bari

La città di giorno e di notte, Galleria Spaziogiovani, Bari

Nel nome di Dionisio, Il frantoio - Smile Club, Leporano (TA)

Migrazioni del Segno, Fiesol&Arte Painting e Fresco School, Fiesole (FI)

La Centrale del Latte, Opening Operativo, Centrale del latte con proseguimento galleria Acidi Colori, Bari under 30, Galleria d'Arte Contemporanea, Bari

Premio Celeste, San Gimigniano (SI)

Premio Arte Giorgio Mondadori

 

2004

Per immagini e Segni, Fotografia e segni, Monastero S. Benedetto, Conversano (BA)

Non est... modus, Renauto (Concessionaria Renault), Bari

Il cuore nell'Arte, Palazzo Pontrelli - Sala Mostre, Triggiano (BA)

GAP - Giovani Artisti Pugliesi, Sala Murat Bari

Sogni, Monastero S. Benedetto, Conversano (BA)

 

2002

Fiori di Bari, Galleria Comunale d'Arte Moderna, Sassuolo (MO)

Novellame, Palazzo Roberti, Mola di Bari (BA)

 

 

 



LE DATE DELL'EVENTO

dal 09 aprile al 26 aprile 2011, ore 12:00 - Lecce, Cantieri Teatrali Koreja