Tra singolarità del ritratto e qualità delle stesure cromatiche, Pierluca Cetera segue la cronaca degli esclusi ed entra nelle storie delle vittime con la sua mise en abîme e il suo sguardo d'intensificazione del reale. Le Cavie sono un lavoro pensato per il box del teatro: otto ritratti, dipinti su carta montata su lamiera zincata, che delineano un corpo a corpo con la materia che l'artista aggiunge e rimuove in un processo che evoca il rilievo della scultura. Uno sguardo ontologico che immobilizza i suoi modelli nello spazio ristretto di un'edicola sacra come se osservasse degli organismi biologici oltre che degli esseri umani, stabili nei loro punti d'appoggio ma incerti nel loro offrirsi al mondo, mostruosi - nel senso di monere (avvertire, far pensare) e di mostrare (attirare lo sguardo) - e prodigiosi perché si attestano nei rivoli infiniti della vita. Otto soggetti dolenti che attingono alla tradizione del realismo, ma si traducono in visioni contemporanee e viscerali in bilico tra dimensione biografica e valori universali. Le immagini, tratte da frame catturati dalla cronaca, sono dissacrate e insieme addolcite da titoli spiazzanti e surreali rilevatori di una natura amabile e ironica. Titoli che nascondono ermetiche citazioni come i rebus di Lorenzo Lotto e il cinema di Kubrick de Il Nascondiglio, con un uomo che copre la sua identità in una grottesca mancanza di dentità o il dubbio tra bene e male, tra vittima e carnefice, de Il colpo, maschile della "colpa", concretizzato in un rapinatore con una maglia a strisce (allusiva alla Stoffa del diavolo di Michel Pastoureau, storia ironica della rigatura occidentale) che aggredisce una vittima dallo sguardo assente e dal corpo denudato. Le intenzioni volte si dichiarano apertamente autobiografiche - I Pasticcini (della Mamma) - immagine di un alter ego bambino (il figlio dell'artista) che pasticcia con pratica edipica le foto di famiglia, uno sguardo chiaro lanciato verso il futuro che si oppone allo sguardo dolente e pieno di rimpianto della donna di Cera, una santa/prostituta mutila, che parla di mancanze, soprusi e violenze. Tuttavia la forza degli otto ritratti di Pierluca Cetera sta anche nella dimensione inarrestabile del tempo: è come se la pratica di aggiungere o togliere strati di colore e vernice determinasse all'interno delle strutture dei corpi lenti processi d'assestamento, di metamorfosi. Un'azione evidente in ZZZZZ, il ritratto di Welby, essere martoriato dalle zanzare, il cui sangue raggrumato è materia perché l'occhio scalpella e decompone nel momento stesso in cui dipinge. Platone (citato nel box/caverna) percepiva il corpo come un intralcio alla vita spirituale; la modernità con i suoi miti e le sue protesi tecnologiche ci fa coltivare il sogno di affrancamento dai nostri limiti ma Pierluca Cetera ci invita senza false illusioni a fare i conti con il nostro involucro carnale e con le sostanziali incongruità della vita perché in fondo, e a ben vedere, il punto supremo al quale l'uomo può pervenire è solo stupore e con Pierluca Cetera lo stupore in fondo è pratica contagiosa.
Marinilde Giannandrea
Pierluca Cetera blocca i soggetti in un immobilismo esistenziale a testimonianza di un dolore, di una sofferenza protratta nel tempo. Le sue figure non urlano le segrete lacerazioni, ma le mostrano nell'apparente inespressività dello sguardo muto di chi, in cerca della propria identità, pone a riscatto della sua dignità l'indifferenza. Le figure ritratte a mezzobusto con la patina smunta e i contorni sfumati affiorano sulla superficie incerata, evidenziando le tensioni psicologiche che in quell'attimo esprimono. Cetera erode la superficie dei suoi dipinti per far riemergere in un'immagine cruda la vera natura dei personaggi ai quali dà nuova vita dopo aver scavato nel loro inconscio. Egli indaga nelle sottili falde della personalità di questi individui additati, talvolta condannati, per scoprire, come uno psicoanalista, le cause recondite del loro modo di esistere o di apparire. L'intento è di denudare la verità che come tale non deve essere travestita, ma vissuta in quanto parte della realtà umana. Lo psicoanalista nelle sue analisi scopre le pulsioni interiori, i desideri profondi, le cause remote di un modo di essere. Cetera, dal canto suo, intuisce le spinte emotive e le esprime dando forma ai sentimenti scavati nella personalità degli individui osservati. Egli isola il soggetto nell'interno dell'ambiente in cui è inserito e con vigore gli imprime nello sguardo il riflesso del travaglio e del dissidio interiore in cui si dibatte. I volti esprimono inerzia, apatia, freddezza, tormentata sessualità. E se questi sentimenti sconfinano nel morboso, vengono affinati dalla "pietas" dell'artista e, purificati nella verità, si elevano nobilitati, anche quando il soggetto è affetto da autolesionismo esasperato, come nelle mutilazioni corporali. Nelle opere Cera, Sentimento, Puntocroce, Il colpo, quattro opere delle otto del ciclo le Cavie, i personaggi raffigurati, sono alcune delle tante vittime che potremmo considerare, oltre che cavie della società, cavie di se stessi, di una specie di masochismo che è simbolo di un grido silenzioso di richiesta d'aiuto e gli arti amputati come nel caso di Cera o di Sentimento ne sono i segni evidenti. Nell'interiorità di questi individui vive un'anima da giustiziere, un boia che esprime la sua aggressività sul proprio corpo perché ha rancore e sdegno di se stesso. La persona autolesionista vive il vuoto interiore ed è incapace di sentire emozioni o di esprimere i propri sentimenti. Le opere di Pierluca Cetera sostengono queste persone, queste "cavie sociali" restituendo loro la dignità delle azioni autentiche e contemporaneamente condannano per reazione le pseudo verità apparenti.
Salvatore Luperto
Pierluca Cetera Taranto 1969 La sua ricerca pittorica si muove dall'analisi profonda della realtà, con particolare attenzione alle reazioni inconsce dei soggetti rappresentati. Vive e lavora a Gioia del Colle Mostre personali 2009 Date il pane al pazzo cane date il pane al cane pazzo, nell'ambito dello spettacolo LIMITE compagnia Vincenzo Schino produzione teatro e officina Valdoca, Castello Pasquini di Castiglioncello (Li) 2008 Depicta, Galleria delle Battaglie, Brescia La cena delle beffe, Galleria Nodo, Bari Euclidea, Galleria Arte Boccanera Contemporanea, Trento 2007 Tre.e Pinacoteca Civica di Follonica (GR) Trilogia vol.1, Galleria delle Battaglie, Brescia 2006 le Ore, Paolo Erbetta Arte Contemporanea, Foggia 2004 La conquista della posizione eretta Vorraum space - Galerie Urs Meile, Lucerna (Svizzera) 2003 REPLAY, BizArt, Shanghai (R. P. Cinese) 2000 Pierluca Cetera, Paolo Erbetta Arte Contemporanea, Foggia
Mostre collettive 2010 La Pensèe du Dehors Masseria Mavù, Locorotondo (BA) 2009 SINGOLARI, ex-convento di Santa Chiara a Castellaneta (TA) 2008 Il Sapore delle cose- the Taste of thing, Ospedaletto dei Crociati, Molfetta (BA) Allarmi 4, caserma De Cristoforis, Como Frankenstein mon amour, Museo Nuova Era, Bari Il cuoco, l'architetto, l'artista e il suo curatore, Plenilunio alla Fortezza di Mola di Bari (BA) 2007 Voci Silenti, Atre spazio, Milano Arte Italiana 1968-2007 Pittura, Palazzo Reale di Milano Collective Thinking, Galleria delle Battaglie di Brescia Ouverture IX, A.B.C., Arte Boccanera Contemporanea,Trento 2006 Thanks to... Paolo Erbetta Arte Contemporanea, Foggia. 2005 Memoria Contemporanea, Spazio Liberty, centrale Taccani, Trezzo sull'Adda (MI) Crysalis, Castello Svevo, Bari. 2004 Gemine Muse, Pinacoteca Provinciale, Bari Biennale Adriatica, palazzo Piacentini, San Benedetto del Tronto GAP, installazione della serie PARTI presso il Museo Diocesano, Bari 2003 Corporarte, Acquaviva delle Fonti (BA) 2001 Art&Maggio, Sala Murat, Bari 1998 Unheimlichex, Monastero S. Chiara, Castellaneta (TA)
EVENT DATES
from 11 febbraio to 04 marzo 2011, at 18:30 - Lecce, Cantieri Teatrali Koreja |