“Da qualche anno sono alla ricerca di una nuova ragione di teatro. Dopo una lunga sperimentazione nelle estetiche delle arti sceniche attraverso le tecnologie il corpo aveva assunto una funzione marginale nella composizione dell’apparato spettacolare. La perdita del corpo inevitabilmente ha determinato in me uno stato di crisi, un disorientamento, sul piano creativo e non solo. Da questa crisi prende forma il mio viaggio di ora, dove non c’è il corpo dell’attore in cui trasferire registicamente un “progetto”. C’è invece un viaggio introspettivo che fa emergere il mio corpo, i suoi conflitti, la sua patologia, la sua condizione estrema con l’ obesità, la voce malata, con l’obliquo sguardo sul mondo. Fragilità, buio, silenzio e al tempo stesso grido. Ho bisogno di un teatro che sia il “mio” teatro. Dalla scrittura all’esecuzione mi catapulto senza inibizioni dentro la mia esperienza, origini, ricordi, vergogne, per portare a galla materiali che divengono denuncia e autodenuncia. A difesa della diversità in tutte le sue forme, razziale, sessuale, politica, religiosa, psicologica, fisica. Questo il tema di Picchì mi guardi si tu si masculu, un monologo scritto sempre in calabrese, in cui indago, attraverso la mia sessualità, nei conflitti di questo “corpo estremo” che instancabilmente porto in giro. E dove mi inoltro nel paesaggio degli istinti, in cui ricostruisco gli sguardi che si impigliano, i malesseri, i piaceri, le esclusioni, le negazioni, la voluttà, descrivendo con crudezza un’esperienza vitale per un artista e il suo destino.In scena con me il corpo, la voce e la musica di Peppe Voltarelli, coprotagonista della mia performance”.
(Giancarlo Cauteruccio)
EVENT DATES
17 gennaio 2009, at 20:45 - Cantieri Teatrali Koreja |