BRAT(fratello)

2010

BRAT(fratello)
Cantieri per un’opera rom

da Opera del Mendicante di John Gay
Produzione:
Cantieri Teatrali Koreja di Lecce
e Centar Za Kulturu di Smederevo (Serbia)
con il sostegno di Teatro Pubblico Pugliese

con Kriziv Dzemailj, Miljan Guberinic, Nikola Jovanovic, Sead Kurtisi, Vukosava Lazic, Elvis Memedovski, Marija Miladinovic, Ana Pasti, Maria Rosaria Ponzetta, Ferdi Ramadani, Ajnur Redzepi, Emran Sabani, Senad Sulejmani, Marko Stojanovic, Danijel Todorovic, Andjelka Vulic
ideazione e regia: Salvatore Tramacere
collaborazione alla regia: Fabrizio Saccomanno
collaborazione all’allestimento: Maria Rosaria Ponzetta
cura del movimento: Silvia Traversi
musiche di: Admir Shkurtaj
eseguite dal vivo da: Giorgio Distante, Redi Hasa (per la replica di Otranto Francesco Massaro), Admir Shkurtaj
luci e suoni: Mario Daniele, Angelo Piccinni
organizzazione: Marija Anicic, Dragoljub Martic, Laura Scorrano

"Popolo mite e nomade che non rivendica sovranità, territorio, zecca, divise, timbri, bolli e confini, ma semplicemente il diritto di continuare a essere quel popolo sottilmente altro e trascendente rispetto a tutti quelli che si contendono territori, bandiere e palazzi; un popolo che, un pò come gli ebrei, fa parte della storia e dell'identità europea proprio perchè a differenza di tutti gli altri hanno imparato ad essere leggeri, compresenti, capaci di passare sopra e sotto i confini, di vivere in mezzo a tutti gli altri, senza perdere se stessi e di conservare la propria identità anche senza costruirci uno stato intorno"

"Non si puo' togliere l'acqua ai pesci e poi stupirsi se i pesci non riescono piu' ad essere agili ed autosufficienti, gentili ed autosufficienti come una volta"

                                                                                                                                      Alex Langer

 

Incontriamo da tre anni un gruppo di giovani rom e giovani attori che vivono a Smederevo, Settanta chilometri da Belgrado, alcune centinaia da Lecce. Proviamo a fare teatro. Lavoriamo di sera, dopo faticose giornate di lavoro quotidiano, specie per i giovani rom, a raccogliere frutta, vetro e carta. Non vogliamo creare una nuova compagnia professionale né cerchiamo alcuna catarsi sociale. Che fare? Partiamo da un testo. L'Opera del mendicante di John Gay.
Cerchiamo persone e attori in grado di dare senso e verità alle parole molto graffianti dell'Opera. Al tempo del reality quando sempre più sottile si fa il confine tra verità e finzione.
Ladri, ricettatori, donne di malaffare, capi di polizia in combutta per spillare quattrini dove si può: questi sono i nuovi eroi di un mondo alla rovescia. Una storia rappresentata tante volte in diverse epoche e luoghi.
Undici non attori rom e otto giovani attori serbi, assumono ruoli da commedia dell'arte, facendosi testimoni di una cultura, la propria. Una cultura che, come i piccoli ladruncoli che loro mettono in scena, è destinata a scomparire. Ne è scaturita una "presentazione" che, giocando con gli stereotipi di una cultura periferica, mette proprio in discussione il labile confine tra finzione e realtà.