Pornobboy fotografa il nostro tempo. La realtà e le sue contraddizioni. Va a scovare le nostre incoerenze. Per scoperchiarle. Per riderne. Con cinismo. Con affetto. Il centro dello spettacolo è il continuo bombardamento mediatico. Il nostro modo di vivere e recepire tutto ciò. Il nostro farne parte. Il bisogno di mostrare, ostentare, guardare e vedere tutto. Viviamo sotto il fuoco incrociato di una comunicazione che ci rende dipendenti. Siamo morbosamente attratti da particolari pornografici. Da dettagli macabri. Da una cronaca che si occupa dei fatti senza interrogarsi su cause ed effetti. Regna l'incapacità di scindere pubblico e privato. Il continuo mescolarsi dei piani. Una schizofrenia in cui nuotiamo quotidianamente.
pornobboy non è una requisitoria sul sesso è un blob del nostro presente saturo tutto viene pornograficamente mostrato noi ne godiamo ci scandalizziamo ci affoghiamo tutto si può vedere non di tutto si può parlare tutto si può fare non tutto si può condividere tutto si può avere qual è la distanza che separa la parola dai fatti il dire e il fare la faccia e il culo siamo un concentrato di contraddizioni siamo ridicoli siamo nudi certe cose non si fanno certe cose non si dicono certe cose neanche si pensano
Serata turbolenta, adrenalica e smaniosa, all'Operaestate Festival, per merito di un caparbio studio-blob messo in mostra da Babilonia Teatri [...]C'è stato il varo, qui, d'un primo irruente schema di Pornobboy ad opera di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani, emersi da qualche tempo con made in italy, e per ora è un lavoro d'urto a base di dediche feroci, glamour sessuale, disputa performativa, installazione sonora, blitz canaglieschi e cartellonistica di beatitudine evangelica.
R. Di Giammarco, Se la scena del futuro è un blob delirante, "La Repubblica", 8/09/08
Che cosa è oggi la pornografia? Una realtà che nulla ha a che vedere con il sesso, bensì con la superficiale e morbosa nudità cui i mezzi di comunicazione riducono pubbliche tragedie e personalissimi drammi. Questo l'assunto di partenza del concentratissimo e asciutto spettacolo dei giovani veneti di Babilonia Teatri, che accolgono il pubblico seduti a terra sul palcoscenico. I tre interpreti tappezzano la parete di fondo con manifesti propagandistici dello spettacolo che si apprestano a mettere in scena. Raggiunto il centro del palco, il trio, quasi un rinverdito coro greco, dà inizio a quello che potremmo definire una sorta di monologo polifonico. Gli attori, infatti, non interpretano personaggi ma danno corpo ad un'unica entità, un megafono loquace e cadenzato deciso a denunciare ipocrisie e bassezze della società di massa. Si parte dall'elenco dei quotidiani e dei mille inserti che li appesantiscono per arrivare a fabrizio Quattrocchi, mercenario tramutato in eroe patriottico, ad Amanda e al delitto di Perugia, fino al dibattito velleitario e spregiudicato su Eluana. Il tutto in un flusso ritmico e inesorabile di parole, in cui si mescolano italiano e dialetto veneto, proverbi e modi di dire, stereotipi linguistici e roboanti titoli di giornale. Un intelligente e incisivo collage di frasi tratte da articoli e interviste, trasmissioni televisive e chiacchiere da bar che quel linguaggio mediatico riproducono e storpiano. Comune la banalizzazione e la riduzione ai minimi termini di vicende e questioni al contrario complesse e delicate, che richiederebbero riservatezza e rispetto, fatica per il loro approfondimento e umiltà nel ritrarsi di fronte alla dignità del singolo. L'attrazione per il porno, allora, si identifica in un voyeurismo interessato non tanto ad atti sessuali, bensì ad esistenze altrui che, per varie ragioni, si allontanano dalla nostra quotidiana routine. Come difendersi da questa subdola pornografia dei nostri tempi? Mettersi da parte, celarsi affogando nella morbida cascata di schiuma che, al termine dello spettacolo, sgorga dalla parte alta della parete di fondo, da una sorgente che si rivelerà essere un enorme preservativo, divenuto a questo punto insospettabile simbolo di naturale purezza. L. Bevione, Pornografia mediatica per anime furiose, Hystrio n. 3-2009, pag. 84
LE DATE DELL'EVENTO
05 dicembre 2009, ore 20:45 - Lecce, Cantieri Teatrali Koreja |